ANCIS promuove il Corso di formazione in “Cyber terrorismo e armi cibernetiche”.
1 – Cosa vuol dire per te Sicurezza?
Ritengo che il concetto di sicurezza sia soggettivo, e che quindi sia utile guardare alla sicurezza come ad uno Status, una sensazione, una condizione psicologica. A mio parere questa condizione andrebbe raggiunta e conservata principalmente con la valutazione dei bisogni del soggetto e la prevenzione del rischio specifico.
2 – Su cosa stai lavorando in questo periodo?
La mia attività attuale riguarda principalmente due aspetti: l’Insider Threats (inteso come atteggiamento umano) e il Reverse Targeting (applicando principalmente la psicologia comportamentale).
3 – Cita un progetto inerente la sicurezza che ti riguarda professionalmente in prima persona
Al momento non ho pubblicato un mio scritto, anche se sto preparando un trattato sul Reverse Targeting. Esperienze personali potrei citarne tante, ma l’episodio che più di altri mi ha orientato nel mio attuale ruolo riguarda l’aver potuto vivere una esperienza diretta di guerra.
In queste circostanze ho svolto il mio servizio con le truppe americane, Tra i loro ranghi vi sono ufficiali provenienti dalla gavetta (ex Vietnam, ex Libia, ecc.) e ufficiali provenienti dagli istituti di formazione (laureati in discipline strategiche). Queste due figure, capaci di mettere in sinergia l’esperienza acquisita sul campo e la forza nozionistica della istruzione, rappresentano esattamente la direzione che provo a realizzare nelle aziende che seguo, facendo lavorare in sinergia personale che ha tanta esperienza con personale che ha studiato tanto.
4 – Perchè hai scelto ANCIS?
Affacciandomi al mondo del lavoro, mi sono accorto che in Italia certe professionalità non sono codificate e rappresentate. Tra le tante associazioni che ho trovato, l’ANCIS mi ha colpito per la serietà dei contenuti messi online ed il pregiato rilievo professionale dei suoi rappresentanti.
Mi farebbe piacere esserne parte attiva, contribuendo a svilupparne i programmi ed i contenuti formativi. Vorrei anche che questa Associazione si estendesse territorialmente, per avere maggiore visibilità e rappresentatività, cosa che probabilmente fa già parte dei progetti di ANCIS. Sarei lieto ed onorato di poter esserne io stesso riferimento territoriale.
Biografia di Fabrizio Vignozzi
Titolare di ALIUD Intentionem Intellego, in giovane età si è arruolato trascorrendo più di trentotto anni nelle Forze Armate occupandosi prevalentemente di Intelligence, Psycological Operations, Security e partecipando a numerosi corsi di formazione in ambito nazionale ed internazionale, fino a ricoprire l’incarico di Capo Sezione Intelligence.
Istruttore Intelligence, ha tenuto diversi corsi di formazione nell’ambito delle attività di Interrogatore prigionieri, Recupero e salvataggio di ostaggi, HUMINT.
Con un background formativo scientifico, una Laurea in Psicologia, e diversi master di aggiornamento tra cui in Criminal Profiling, Gestione delle emergenze, Diritto Umanitario Internazionale, da qualche anno mette al servizio del mondo imprenditoriale la propria esperienza, offrendo ad Executive Manager la sua professionalità nel campo Intelligence e nella formazione.
Il 23 novembre 2021 si è svolta presso la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria “Giovanni Falcone” la presentazione del progetto di studio per il Polo Didattico di Poggio Mirteto (RI) dal titolo “Educazione alla legalità – Il rispetto dell’essere umano”, promosso dalla Croce Rossa Italiana, Comitato Bassa Sabina, cui l’ANCIS è partner insieme a Coldiretti e alla Polizia Stradale di Rieti.
La mattinata è cominciata con un momento di forte intensità emotiva, in quanto il collegamento con l’Istituto scolastico è stato attivato davanti alla teca dove è custodita l’auto su cui viaggiava il giudice Falcone nel momento del suo attentato a Capaci e dove ha perso la vita.
La presentazione è poi continuata nell’aula magna della Scuola dove i relatori presenti, ognuno in rappresentanza dell’Ente o istituzione partner del progetto, hanno affrontato i temi di loro stretta competenza, con un unico filo conduttore: il rispetto dell’essere umano.
La nostra Vice Presidente, dott.ssa Valeria Lupidi è stata speaker e moderatrice dell’evento che ha riscosso molto interesse da parte dei circa cento adolescenti collegati da remoto.
Il progetto prevede incontri tematici con gli studenti che si svolgeranno nel corso dell’anno scolastico. L’ANCIS parteciperà con suoi rappresentanti affrontando il tema delle “inciviltà” ovvero la mancanza di rispetto per gli altri componenti della società in cui viviamo.
1 – Cosa vuol dire per te Sicurezza?
Per sicurezza intendo quel complesso di norme e iniziative, anche delegate, per la tutela della comunità da ogni forma di “aggressione” volta a sovvertire l’ordine costituito delle cose. Inoltre in merito alla “sicurezza”, credo fortemente nella raccolta, analisi, divulgazione e coordinamento delle informazioni utili a prevenire i reati a cura delle agenzie di informazioni sia in Italia che all’estero.
2 – Su cosa stai lavorando attualmente?
Mi sto occupando dell’analisi dei fascicoli processuali definiti e/o archiviati per conto delle famiglie degli scomparsi quando vi è il fondato sospetto che le indagini e l’attività endo-processuale non abbiano portato alla verità circa le motivazioni della scomparsa soprattutto quando dello scomparso on c’è traccia.
3 – Cita un progetto inerente la sicurezza che ti riguarda professionalmente in prima persona
Tipico esempio di Intelligence è quello che ho svolto presso il N.I.S. U.S. a Napoli. Ero incaricato di raccogliere informazioni tra i militari americani, le famiglie degli stessi e alcuni ambienti della criminalità campana. Il fine della mia delicata mansione era quello di “intendere” se i trasporti via mare internazionali della Marina Americana potevano essere il modo giusto per far uscire o entrare in Italia persone o cose non gradite e pericolose.
4 – Perchè hai scelto ANCIS?
Perché è iscritta al MiSE, perchè può rilasciare quello che definirei un “bollino blu”, e soprattutto perché provvede alla formazione continua degli associati. Secondo la mia visione ANCIS potrebbe essere un veicolo per introdursi nel mondo meno conosciuto dai più, ma peculiare agli addetti al settore, della security Intelligence.
Biografia di Franco Marella
Durante la carriera in GdF sono stato trasferito in prima assegnazione presso il Comando 5 Compagnia Napoli – quale Comandante di Squadra dove ho svolto attività per la repressione del Contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In tale contesto ho svolto attività da infiltrato e sono stato “distaccato” presso il Naval Crime Investigave Service (N.I.S.) delle forze americane di stanza a Napoli.
Nel 1986 sono stato trasferito a richiesta presso la neo costituita Brigata della G di F in Solofra (AV) occupandomi di attività istituzionale del Corpo (verifiche fiscali).
Dal 1990 al 2014 sono stato trasferito per ragioni di famiglia presso la X^ Legione Bari , ora Comando Provinciale. Sono stato assegnato dapprima al Comando tenenza della GdF di Molfetta (BA) quale comandante di squadra occupandomi prevalentemente di polizia giudiziaria, successivamente al Comando 2^ compagnia Bari, quale comandante di sezione. Nel 1992, sono stato scelto quale comandante della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Trani (BAT) ed infine gli ultimi anni assegnato presso la Direzione Investigativa Antimafia di Bari.
Nel 2014 Ho ottenuto dalla Prefettura di Bari la licenza per Investigatore Privato riconsegnata nel 2020.
Attualmente mi occupo di assistere, insieme all’associazione Penelope, le famiglie delle persone scomparse cercando di portare alla luce casi “freddi” di persone di cui non si è mai saputo che fine hanno fatto. Per questo motivo ho sottoscritto con il quotidiano online bariseranews.it anche l’incarico di giornalista in prova per la cura di uno spazio dedicato alle problematiche anzidette.
Sono iscritto all’albo dei CTU del Tribunale di Bari al n.212 d’ordine.
1 – Cosa vuol dire per te Sicurezza?
La sicurezza totale si ha in assenza di pericoli. In senso assoluto, si tratta di un concetto difficilmente traducibile nella vita reale anche se l’applicazione delle norme di sicurezza rende più difficile il verificarsi di eventi dannosi e di incidenti e si traduce sempre in una migliore qualità della vita.
Nel termine “sicurezza” due distinti concetti che sono espressi da parole differenti:
2 – Su cosa stai lavorando attualmente?
Sto lavorando da diverso tempo su molteplici aspetti e idee sulla sicurezza:
3 – Cita un progetto inerente la sicurezza che ti riguarda professionalmente in prima persona
Ci sono diversi progetti che ho condiviso e in fase di realizzo, tramite enti di collaborazione (IPO E CCIO), esempio codice S.A.R.A. sulla violenza sulle donne, progetti sulla sicurezza ambientale, progetti sul bullismo e cyber bullismo, progetto sulla sicurezza urbana e microcriminalità.
4 – Perchè hai scelto ANCIS?
Ho scelto ANCIS perché oltre a lavorare e condividere idee ed esperienze con i vari soci, di alto livello professionale, mi consente anche di poter esprimere al meglio la mia preparazione.
Prediligo in particolar modo questi tre aseptti:
Biografia di Andrea Marino
S.TEN. COM. in riserva del Corpo Militare CRI, Coordinatore provinciale Guardie Ecozoofile-ambientali prefettizie, Operatore safety-security e protezione civile, Operatore antincendio boschivo, Operatore ausiliario del traffico, Operatore sanitario legale e forense (Infermiere-Biologo), Analista criminale, Criminologo-criminalista, esperto-consulente in scienze forensi e intelligence. Sta maturando ulteriori esperienze nel campo investigativo.
1 – Cosa vuol dire per te Sicurezza?
Sicurezza vuol dire prevedere e prevenire l’evento avverso che può arrecare danno più meno significativo a persone cose o organizzazioni umane determinando una perdita tangibile degli obiettivi della organizzazione di riferimento, con metodi e procedure che limitano se non abbattono il rischio che lo stesso evento avverso si concretizzi.
Con queste premesse il campo di applicazione è indubbiamente vasto ed eterogeneo. Oggigiorno qualsiasi organizzazione di persone, produttiva, economica e di servizio è proiettata a considerare con sempre maggior peso l’incidenza dei fattori avversi considerandoli come danno economico alla struttura o alla organizzazione o per quel elemento che rallenta o inibisce il raggiungimento degli obiettivi prefissati (anche con danno di immagine).
Ne discende che i campi su cui concretamente operare, in una prospettiva di valutazione del rischio, per incrementare la sicurezza dei comportamenti e delle attività, compenetra in diverse banche e tematiche che riguardano la materia della sicura esecuzione di un lavoro (metodi –sistemi – procedure), il rapporto relazionale delle persone addette (metodi – procedure – expertise), la scelta di protocolli, di strategie, di condotte considerate più idonee ed opportune per evitare ogni evento avverso (gestione dello spazio nel tempo).
Da qui, non sono solo da considerarsi gli aspetti più tradizionali sul tema: cioè sicurezza intesa come metodo e procedure di tutela delle persone, del patrimonio e del bene (in senso lato); oppure valutazione critica e analitica sui collaboratori in ragione della loro fedeltà lavorativa e capacità professionale e produttiva; o ancora come sicurezza dell’ambiente di lavoro intesa come tutela del luogo e delle persone che vi operano.
Con una visione più estesa si può certamente far proiettare l’osservazione e una valutazione ad ampio spettro che si inserisca a pieno titolo nell’ elemento procedimentale di una organizzazione umana che si è prefissata degli obiettivi. Risulta dunque conveniente far sì che ogni attività organizzata, o meno, percorra delle direttrici “sicure” o “più sicure”, cioè che allontani, in maniera tangibile, la potenziale incidenza di pericoli (anche latenti) che possono sfociare in un incidente, inconveniente, evento avverso o mancato risultato. Sicurezza come certezza, dunque; sicurezza come affidabilità; sicurezza come garanzia di risultato.
2 – Su cosa stai lavorando attualmente?
È personalmente interessante ricercare quali possano essere gli elementi di raccordo o quali le tematiche in cui far sovrapporre l’elemento sicurezza agli elementi di efficacia ed di efficienza necessari, nonché di tutela e preservazione del bene non disgiunto dalla puntuale ricerca degli obiettivi, qualsiasi siano gli scenari organizzativi in gioco.
Fattore umano, fattori organizzativi, ambientali e di contesto, sono le variabili di un problema su cui lavorare. Anche tra gli Alti Dirigenti d’impresa, o figure poste al vertice di un’organizzazione, si è ormai cominciato a considerare, sempre in maniera più tangibile questi fattori, in una prospettiva “dell’operare in modo sicuro”, come significativi e determinanti per il raggiungimento degli obiettivi e del “buon risultato prefissato”, riconoscendo che nel percorso produttivo o di organizzazione, l’incidenza di tali fattori, se diviene positiva, produce un tangibile avvicinamento alla massimizzazione dei risultati; se negativa le conseguenze dirette e consequenziali producono effetti primari, secondari, collaterali e derivati – sia immediati che a medio e lungo termine.
Torna alla ribalta dunque il concetto di sicurezza in termini generali (ma meglio dire: in più direttrici) soprattutto perché spesso, a posteriori, si conclude che l’evento avverso si poteva evitare, o quanto meno limitare nei suoi effetti. Ne consegue che le conseguenze economiche dirette e indirette, le prospettive di evoluzione (ma anche di ripercussione) tecnica, di sviluppo e di expertise, possono essere facilmente intuibili.
3 – Cita un progetto inerente la sicurezza che ti riguarda professionalmente in prima persona
L’interesse di studio su queste prospettive di sicurezza, intese come certezza della buona condotta, del buon funzionamento, del buon risultato, in un processo di valutazione del minimo rischio, sono emerse ripetutamente in sfaccettature professionali e di relazione a tal punto da convincere ad un approfondimento e dare corso a ricerche sfociate poi in un articolo recante il tema degli incidenti organizzativi poi pubblicato da riviste di settore.
4 – Perchè hai scelto ANCIS?
La realtà multiforme degli addetti che operano nel settore della sicurezza (tradizionale, anche se aggiornata dal progresso tecnologico) sono tendenzialmente delineanti però in campi di intervento e modelli operativi stereotipati, tendenti a vincolare a un approccio monocromatico. L’interscambio culturale ed esperienziale mediato da una associazione che accomuna intenti e che accolga novità di idee, può certamente prospettare visioni nuove arricchite da scenari complementari.
Biografia di Andrea Mariuz
Colonnello in congedo (della riserva) dell’Arma dei Carabinieri, con 35 anni di servizio effettivo.
Da prima nell’Arma come Sottufficiale e poi come Ufficiale, ha maturato esperienza come Comandante di Stazione, come Sottufficiale addetto al Nucleo Operativo. Mentre da Ufficiale è stato al comando dei reparti di carattere operativo e territoriale, ma anche presso Grande Unità dell’Esercito per l’impiego in comando nella Polizia Militare e tutela del segreto.
S’informano gli associati ANCIS che in data 01/04/2021 è stata convocata l’Assemblea Ordinaria dei soci che si terrà sabato 24 aprile 2021 alle ore 16 in modalità videoconferenza.
Tutti i dettagli sono stati trasmessi a mezzo mail ai singoli soci.
In seguito al completamento del percorso formativo in “STRESS MANAGEMENT”, il socio Andrea Marino ha fornito disponibilità a rendere pubblico il proprio elaborato finale che proponiamo di seguito.
REPORT ANDREA MARINO – CORSO DI FORMAZIONE IN STRESS MANAGEMENT
Purtroppo a tutt’oggi, non viene presa in considerazione molto la salute sia fisica che mentale dei lavoratori che si trovano ad affrontare turni di lavoro pesanti e non poche difficoltà nell’ambiente lavorativo.
Anche a livello di Comunità Europea è alta l’attenzione sui rischi emergenti, in particolare con la messa a punto di indagini rivolte non solo a identificare e monitorare la situazione e i disagi derivanti da rischi psicosociali quali lo Stress, la violenza e le molestie.
Ho voluto analizzare il fenomeno dello stress management/lavoro. Negli ultimi anni ci sono stati diversi cambiamenti nel mondo del lavoro che stanno interessando il contesto economico e sociale contemporaneo. Se da un lato possiamo notare che globalmente si vanno ad esaltare i caratteri di una maggiore autonomia, creatività e competitività, aumentando notevolmente la percentuale di giovani che decidono di intraprendere uno o più percorsi universitari, per poter migliorare il proprio status lavorativo ed avere maggiore competitività sul mercato del lavoro; dall’altra parte purtroppo vi è l’aumento di situazioni di precarietà e vulnerabilità, le connesse sensazioni di tensione ed incertezza che vanno a compromettere la qualità della vita lavorativa.
La disarmonia fra sé stessi e il proprio lavoro, le esigenze imposte di un continuo adattamento ed un grado insufficiente di controllo sul proprio lavoro sono tutti elementi che vanno a incrementare l’insorgere dello stress legato all’attività lavorativa.
Si definisce Stress, quello stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.
Lo Stress di per sé, non è una malattia, bensì una condizione innescata nell’organismo umano da parte di una fonte o sollecitazione esterna che comporta una serie di adattamenti che, se protratti nel tempo, possono assumere carattere di patologia. Negli ambienti di lavoro si può definire quindi lo Stress da Lavoro Correlato, come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste del contenuto, dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro, eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste (European Agency for Safety and Health at Work).
Esiste uno stress, a dosi accettabili, che ha effetti positivi sul nostro organismo, consentendoci di reagire in modo efficace ed efficiente agli stimoli esterni e di innescare un’adeguata soglia di attenzione verso le esigenze dell’ambiente; un’esposizione prolungata a fattori stressogeni invece, può essere fonte di rischio per la salute dell’individuo, sia sull’aspetto psicologico che su quello fisico, riducendo l’efficienza sul lavoro, in questi casi si ha un’incidenza maggiore di assenteismo, richieste di malattia e richieste di trasferimenti.
Importante sottolineare e distinguere il concetto di Stress Lavoro, da quello di Mobbing inteso come una persecuzione sistematica messa in atto da una o più persone allo scopo di danneggiare chi ne è vittima fino alla perdita del lavoro.
Un’altra distinzione opportuna da ricordare è quella relativa al fenomeno conosciuto come burn-out definito come: l’esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni d’aiuto, qualora queste non rispondano in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere.
Questo fenomeno quindi, conosciuto già dagli anni ’70, è il risultato patologico di una componente di fattori di stress e di reazioni soggettive che colpisce diverse professioni come ad esempio operai, impiegati e operatori sanitari, che porta il soggetto a non riuscire a scindere la propria vita privata dalla vita lavorativa e vi è da parte del lavoratore un’eccessiva immedesimazione nei confronti dell’oggetto della attività professionale, facendosi carico in prima persona dei diversi problemi.
Andrebbero attuate delle misure tecniche, organizzative e procedurali volte a ridurre il carico di stress e burn-out, quali riduzione del carico di lavoro, migliore turnazione, riduzione degli orari di lavoro, riposo e ferie, nuove assunzioni che possono sopperire alla carenza di personale in modo da ridurre gli straordinari.
Purtroppo ci sono molteplici punti sul quale bisogna lavorare per migliorare la qualità di vita dei lavoratori molto spesso ci si dimentica che prima di essere lavoratori sono persone umane, perciò va salvaguardata la loro salute fisica e mentale.
A cura di Andrea Marino
Carissimi,
siamo ormai quasi al termine di quest’anno veramente difficile nel quale non solo il nostro lavoro, ma anche la nostra quotidianità ha subito un notevole stravolgimento.
Noi, come ANCIS, abbiamo cercato di stare “vicino” a voi soci attivando iniziative che, speriamo, si siano rivelate utili.
Abbiamo tanti progetti per il prossimo anno che speriamo di riuscire a mettere in atto. In particolare vorremmo incentivare il settore formazione creando una rubrica specifica alla quale invitiamo tutti a partecipare sia come fruitori che come implementatori.
Fiduciosi che il futuro ci riserverà giorni migliori e che torneremo a vivere con serenità, auguriamo a voi tutti ed alle vostre famiglie un buon Natale e un diverso anno nuovo, ricco di quello che ognuno desidera.
Un caro saluto.
Il Consiglio Direttivo dell’ANCIS – Associazione Nazionale Consulenti Intelligence & Security